Presentazione
Ho voluto titolare questo contenitore con il termine "Diario". Sulla rete oggi troviamo varie forme di diario. Quelli più diffusi sono i blog personali nei quali ognuno prova a parlare di se stesso, del suo modo di guardare gli avvenimenti del mondo, dei suoi progetti cercando di condividere o quantomeno far conoscere i propri pensieri al maggior numero di persone. Un diario si distingue dall'autobiografia e dalla cronaca, perché ha la funzione di annotare appunti da tenere a mente e di registrare eventi di vario genere per migliorare o perfezionare qualcosa. Nel diario è messa in evidenza la data che serve a scandire i tempi per ricordare a quando si riferisce l'evento descritto. In esso oltre al testo, possono essere mostrate immagini e, oggi, in quelli affidati all'informatica, possono comparire anche oggetti multimediali quali musica e filmati. Le tipologie di diario possono essere diverse: quello di bordo, quello intimo, quello di viaggio, il diario di guerra, ecc. e sono tanti i diari famosi pubblicati nei decenni passati. Per esempio quello di Anna Frank che ha commosso il mondo, quelli di Ernesto Che Guevara, quelli di scrittori importanti come Stendhal, Lev Tolstoj e tanti altri. Chiarito questo, cioè il perché e il significato del titolo di questo quaderno, desidero aggiungere un concetto importante: i fatti presentati all'interno di queste pagine, come si usa in RCR, saranno contestualizzati in un’unica "location": il nostro paese. E', dei fatti, delle vicissitudini del nostro popolo che si intende parlare. Guardare insieme il presente, intravedere il futuro senza trascurare il passato, ci aiuterà a fare meglio. Tutto sarà più efficace e avrà un senso, se ci sarà la collaborazione di quanti, condividendo l'idea, vorranno dare un personale contributo.
Buona lettura.
Stefano Fragasso
Indice



Non si odono più le filastrocche con le quali i bimbi, spinti dai genitori, pregavano il Santo di non far piovere quando sul cielo di Foiano comparivano le prime nuvole nere: San Fulippe mije, ne fa' mmenì a chi chijove, o ho!


I carabinieri di Roseto hanno da poco ottenuto dal Comune una nuova sede, dopo aver lamento per mesi l’inidoneità dei locali dove alloggiavano. Si è addirittura temuto il loro trasferimento in un altro Comune. E avevano ragione. Un palazzone dalle volte altissime, come si usavano una volta, con delle stanze ampie e dei corridoi immensi; freddissimo d’inverno e poco pratico per ospitare una piccola stazione dell’Arma. 
Sembra di essere tornati indietro di molti anni. E non si sente nell’aria nessun segno di miglioramento, nonostante qualche politico parli di spiragli di luce intravisti in fondo al tunnel. La crisi ha colto un po’ tutti impreparati. Gli anni difficili del dopo guerra, sono stati dimenticati. Non ci sono più superstiti che vissero la crisi del ’29. Le difficoltà di quei giorni si leggono sui libri di storia e si vedono in qualche documentario. I giovani di oggi, che non amano leggere, non conoscono nulla di quanto accaduto allora e poco di quanto sta accadendo. Sanno navigare benissimo tra le pagine di facebook, ma per niente tra le pagine di storia. Se tentiamo di paragonare i problemi economici dell’odierna società con quelli del passato, se tentiamo di spiegare loro che tali problemi, quelli mondiali e nazionali, sono gli stessi che affliggono la nostra piccola comunità, causa dell'inarrestabile impoverimento; se parliamo del rischio che essi corrono, del loro futuro incerto, ci guardano come marziani inebetiti. Muovono gli occhi come per cercare qualcosa nella loro memoria e poi tornano muti su facebook.
immagini che voglio. Alcune si presentano all’istante, altre si fanno desiderare più a lungo, quasi vengano estratte da ripostigli più segreti.» Descrive così, Agostino d’ Ippona, nelle sue Confessioni, la nostra memoria. Per lui, tutti i ricordi della vita dell’uomo, albergano in un luogo astratto e sconosciuto, nel quale viene costantemente immagazzinato tutto, proprio tutto ciò succede dentro e intorno a lui. Immagini, colori, odori, suoni, i moti della mente e dell’anima. Una infinità di dati richiamabili all’occorrenza in una dimensione senza tempo, in questa nostra mente, i cui misteri permangono, nonostante i progressi delle scienza. Ricordiamo con naturalezza, senza chiederci tanti perché, luoghi e fatti lontani decine di anni. Ne riascoltiamo le voci, rivediamo le scene vive come fosse allora. E basta un evento improvviso, il volto di una persona, una canzone per ricostruire nei minimi particolare ciò che da tempo è sepolto nei meandri dello spirito.
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