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UN RICORDO DI MARIA ROBERTO DE SANTIS

di Nicola Chiechi

In ricorrenza del trigesimo della scomparsa della cara Maria De Santis, moglie di Peppino Roberto, è ritornata nei miei pensieri la figura di questa buona e bella persona, amata e stimata da tutti a Roseto.

 

 

Quando il 9 gennaio scorso mi giunse la triste notizia della perdita di Maria, spentasi dopo lunghe ed estenuanti sofferenze presso l'ospedale di Lucera, provai anch'io tanta tristezza e profondo dolore. Non potendo manifestare direttamente alla famiglia tutta la mia amarezza a causa di questa dannata Pandemia, che ci ha negato anche la possibilità di dare l'ultimo abbraccio ai nostri cari, fui comunque vicino al mio antico e fedele amico Peppino, anche se con un laconico messaggio mediante i freddi mezzi che i social oggi ci offrono.
Come ebbi ad accennare nel mio “Ricordi di Roseto…” (Ed. Catapano, Lucera, 2017, pagg.127-130), l'amicizia con la famiglia Roberto-De Santis risale agli anni ’60. Quando in quel tempo giunsi a Roseto per motivi di lavoro, strinsi subito rapporti di cordiale amicizia con Peppino, anche perché egli come me era orfano di guerra, poiché i nostri genitori avevano perso entrambi la vita durante il secondo conflitto mondiale. La mamma del mio amico, la gentile signora Giuseppina Ruggiero, era allora Presidente della Sezione di Roseto delle Famiglie dei Caduti in Guerra, perciò i rapporti furono molto buoni ed intensi.
Fui anch'io tanto contento quando Peppino si sposò con Maria, una bella, buona e sana ragazza, ammirata e stimata da tutti, i cui lineamenti non sono del tutto scomparsi anche negli ultimi momenti di grossa sofferenza.
Dopo essere andato via da Roseto, non mancavano occasioni per frequentare questa cara famiglia, con la stima e l'affetto di sempre. L'amicizia si consolidò ancora di più quando mia figlia Francesca fu compagna di scuola di Antonella, la figlia di Peppino, presso l’istituto Magistrale “Rosmini” di Lucera, dove allora era docente di religione il sacerdote e comune amico don Fedele De Cesare.
In occasione delle mie frequenti visite a Roseto, non lasciavo il paese senza prima essermi incontrato con il mio amico e con la sua cara sposa Maria, per rivolgere il solito cordiale saluto e per rammentare i bei tempi di una volta, quando la nostra gioventù sprizzava gioia ed allegria da tutti i pori. Maria la ricordo sempre affettuosa, gentile e sorridente, anche se negli ultimi tempi di dura prova e sofferenza quel particolare sorriso andava man mano affievolendosi. Ricordo con quanto amore e tenerezza stava accanto a suo marito, specialmente quando anch’egli era stato colpito da seri problemi di salute. Ricordo pure con quanta amorevolezza e fermezza dedicava il suo tempo alla sana educazione delle figlie Antonella e Rossana, secondo i principi sanciti dalle tradizionali radici della nostra terra. Fu pertanto una moglie e una mamma esemplare.
Maria De Santis , più conosciuta in paese come zia Maria, era una donna buona, mite, umile e saggia. A lei si rivolgevano coloro che avevano bisogno di una parola di conforto, di un messaggio di fiducia e di speranza. Amava tanto la sua famiglia e le cose belle di Roseto; si faceva voler bene da tutti. Lei stessa era stata educata a una vita cristiana, e sin da piccola aveva frequentato la Chiesa e l'Azione Cattolica ai tempi delle indimenticabili maestre Paolina La Penna e Cecilia Basso. Ma forse il ricordo più bello che mi è rimasto impresso è quello di Maria fanciulla, dal viso candido e sorridente, quando frequentava insieme a mia sorella e a tante altre ragazze rosetane la scuola di ricamo e cucito presso le Suore della Carità, nei locali del vecchio municipio, sotto l’affettuosa guida della cara e indimenticabile Suor Giuseppina Bibbò.
Ora non ci rimane che ricordarla come un esemplare modello di vita cristiana, a cui dovremmo ispirarci noi che l’abbiamo conosciuta. A lei rivolgiamo ancora un saluto e una preghiera, e chiediamo la sua intercessione presso la Santa Vergine Maria, per una protezione per noi e per i nostri cari, durante questo duro e penoso cammino.