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GINO ROMANO Un mio vecchio amico

di Nicola Chiechi

Un amico di vecchia data ci ha lasciato. Ho saputo che il 15 novembre scorso Gino Romano, anch'egli vittima di questo brutto periodo, è venuto a mancare.
Ci siamo sentiti con Gino qualche giorno prima che fosse ricoverato presso gli OO.RR. di Foggia. È stata una lunga telefonata; mi riferiva gli ultimi episodi della sua vita. Dalle tante sue parole, emergeva che forse era un messaggio con il quale il mio caro amico mi voleva mandare l'ultimo saluto.

 

 

Ho avuto già occasione di mettere in risalto la grossa amicizia che mi legava a Gino e alla sua famiglia (Ved. il mio "Ricordi di Roseto" ,Ed.Catapano, Lucera,2017). Fu uno dei primi rosetani col quale allacciai ottimi rapporti basati sulla reciproca stima. Allora egli lavorava con suo padre Pompeo presso la sartoria sita in Largo Croce. Ricordo, come se fosse oggi, che in quella bottega erano sempre presenti le sue sorelle e la cara mamma Carmela :una famiglia onesta, laboriosa ed unita, come quelle di una volta.
Da suo padre Gino aveva imparato il mestiere di provetto artigiano, ma soprattutto aveva avuto la fortuna di apprendere i primi insegnamenti musicali. In questo campo, con grossi sacrifici e rinunce, raggiunse ottimi risultati, prima come musicista di importanti gruppi bandistici e poi come insegnante nelle scuole medie. Presso la scuola "Dante Alighieri" di Lucera, con il suo innovativo metodo didattico, seppe dare un grosso contributo per l'istituzione dell' Orchestra musicale, che in seguito ha avuto grande notorietà. Mi confidava, però, che quelli che gli avevano inculcato ancora di più l'amore per la musica erano stati il nonno Francesco (Ciccuzz), e soprattutto suo zio Biagio (Zi Biasin) verso il quali nutriva tanta ammirazione e gratitudine. Gino lo ricordo quando era uno dei protagonisti e promotori, insieme a Stefano De Cesare,Savino Capobianco,Vincenzo Parisi, Raoul Casadei, di quelle manifestazioni canore del "Maggio Rosetano".Ma il ricordo più bello mi riporta alla vita spensierata di una volta, quando allora giovani eravamo soliti fare escursioni e gite varie, con gli amici già citati, ai quali si univa qualche volta Dante Faioli,anche se più giovane di noi.
Fui uno dei primi a conoscere la sua futura sposa Maria.Fu in occasione di un festa a Ginestra degli Schiavoni, dove Gino mi presentò la sua fidanzata, una ragazza bella,garbata e gentile.
Il rapporto affettuoso con Gino è durato negli anni,anche quando andai via da Roseto non mancavano momenti per incontrarci.Alla famosa processione del Venerdì Santo di due anni fa,il mio amico ci tenne tanto a parlarmi del suo nipotino Francesco.Ebbi modo così di conoscere il ragazzino, che nella circostanza debuttava come suonatore di tromba nella locale banda musicale.Del nipote, Gino era molto orgoglioso e so ddisfatto, in quanto Francesco seguiva con volontà e passione i suoi insegnamenti.Era la testimonianza del tradizionale amore per la musica della famiglia Romano.
Gino è stato un bravo uomo, onesto e laborioso, e la sua improvvisa dipartita ha lasciato tanto sgomento e dolore non solo nella sua famiglia e negli amici,ma anche in tutto paese.